EMBODIED FLOW YOGA TT
ECCOMI.
Tornata pochi giorni fa dal mio terzo Yoga Teacher Training della mia vita.
Il primo è stato tre anni fa. Subito dopo ho cominciato ad insegnare.. il secondo la scorsa primavera, ed era il mio primo apporccio ad un nuovo tipo di yoga,
l’Embodied Flow ideato da Tara Judelle e Scott Lion.
Ed era il modulo BODY di 100 ore.
Quest’anno ho deciso di partecipare al MIND (sempre di 100 ore).
E’ stato qualcosa d’incredibile.
13 giorni a Paros, una magnifica isola della Grecia, all’Orkeblue Yoga Centre.
Un corso intenso, moooolto intenso: 12 ore al giorno con pause ogni giorno più brevi.
E’ stato stancante, fisicamente ma soprattutto mentalmente,
soprattutto perché era in inglese,
e quindi questo mi richiedeva, ovviamente, il doppio della concentrazione.
Fisicamente ero un po’ provata, visto il momento di salute un po’ “particolare”.
Sono partita spompata, anzi, alla fine non volevo nemmeno più partire, ho fatto un sacco di resistenza.
E come sempre sono proprio i momenti in cui fai resistenza e in cui ti senti “uncomfotrable” a rivelarsi delle soprese, dei veri miracoli.
Sono stata benissimo.
Nonostante le fatiche si è rivelato il corso più bello mai fatto fin’ora.
Non posso dire di essere un’insegante migliore, perché il tema dello yoga e di come insegnare o cosa insegnare non è quasi mai stato affrontato, o in un modo molto differente da quello classico.
Non posso nemmeno dire che ora sono una super yogi avanzata. 🙂
Perché abbiamo sì praticato, ma più che altro meditato, contemplato e fatto altri tipi di esperienze.
Ma ciò che posso dire che è stato un corso di vita,
un corso per persone più che per inseganti.
Ovviamente, il tema centrale è stata la mente, la psicologia,
ma il corpo, che è collegato alla mente e il contrario, è stato il nostro prezioso strumento di esplorazione.
Ho fatto tante esperienze bellissime e super interessanti, e sento di aver imparato davvero tanto.
E la cosa bella è che più imparo, più ho voglio di studiare, d’imparare, di sperimentare.
E non potrei mai continuare ad insegnare se smettessi di studiare.
CHE COSA HO PORTATO A CASA??
Tanta consapevolezza.
Considerato che non avrei voluto venire e che invece mi sono fatta il regalo più grande che potessi.
Consapevolezza di chi sono e di cosa voglio.
Porto a casa bellezza, tanta bellezza.
Quella di un’isola meravigliosa che mi ha sorpresa in ogni cosa,
nelle albe (non ne ho persa mai una), nei tramonti, nella luna e nelle stelle cadenti (ne avrò viste una decina).
La bellezza di un gruppo di persone stupende, divertenti, dolci, simpatiche, con cui ho condiviso tutto quello che è successo.
La bellezza di due insegnati che amo e stimo, e da cui ho preso tantissima ispirazione.
E porto a casa una frase che risuona nella mia mente, un “mood” alla Bob Marley che mi dice che “everything’s gonna be alright”.
Torna a casa ricca. Di nuove cose e di cui ho fatto esperienza.
Ricca di positività e voglia di fare. Con tanti piccoli sogni da realizzare.
Porto a casa anche più consapevolezza della mia bellezza e anche un nuovo soprannome che mi ha dato il gruppo: “THE SMILER”.
Che mi ha riempito il cuore.
Namasté