Cosa ho imparato dal mio viaggio in India: tre doni

Tre doni india

Il 2022 è stato per me l’anno delle cose inaspettate, di quelle un po’ “storte”, l’anno degli imprevisti e, quindi, anche l’anno di doni preziosi come la resilienza, la pazienza, l’accoglienza dell’inaspettato, il lasciare andare il controllo.

Tutto è imprevedibile e nulla può mai essere veramente pianificato perché tutto potrebbe andare in modo completamente diverso rispetto a come lo avevamo programmato. E questo, grazie al mio viaggio in India, l’ho imparato davvero.

Durante la mia prima volta in questa terra meravigliosa, insieme ad un bagaglio pieno di tutto il necessario partivano con me anche aspettative ed emozioni diverse, dalla gioia alla paura. 

Sai, l’India è meravigliosa: è ricerca spirituale, è un intimo viaggio nel cuore dell’umanità. Forse il posto nel mondo che più rispecchia tutte le sfumature dell’animo umano. 

Sono tre i doni che ho portato a casa da questo viaggio e che sento di condividere con voi.

  • Primo: onorare la pratica

In India mi sono ri-innamorata della pratica. Questo “innamoramento” mi ha fatto capire quanto stavo iniziando a dare per scontato la mia pratica, quanto stavo iniziando a dare per scontato quello che per me è lo yoga (e per me, lo sapete, lo yoga non è solamente la pratica sul materassino). Stessa cosa anche per il mio corpo (e grazie allo schiaffo del covid mi sono ricordata invece quanto sia importante onorarlo…).

Sapete, sono molto contenta di essere tornata con queste consapevolezze, sono riuscita a mantenerle anche nel momento in cui non stavo praticando perché il mio corpo mi diceva di fermarmi. Credo sia davvero importante ascoltare e rispettare il proprio corpo e questo vuol dire anche fermarsi quando stiamo male.

Per onorare la pratica possiamo usare tantissimi altri modi, io per esempio ho letto tanto e ascoltato mantra. L’atmosfera dell’India mi ha fatto tornare la voglia di studiare, di leggere, di immergermi nella tradizione. La luce e la fiamma dentro di me, la passione per questa pratica si è alimentata nonostante non abbia fatto tutto quello che c’è da fare in India.

  • Secondo: accogliere quello che succede al di fuori dal proprio controllo

Ok, va bene, là mi sono ammalata e sono stata molto male e per questo tutto è andato diversamente. Ma dentro al malessere, dentro all’imprevedibilità, ho dovuto fare inevitabilmente un passo indietro e accettare quello che stava succedendo. 

Ho dovuto smettere di aggrapparmi ai miei programmi, al mio piano di viaggio fatto di tante tappe che desideravo davvero compiere. Ho dovuto smettere di aggrapparmi con così tanto sentimento e con così tante emozioni a qualcosa che desideravo e che avrei voluto vivere pienamente. 

Ammetto che non è stato facile imparare a farlo ma ci sono riuscita grazie al terzo dono.

  • Terzo: distacco, non attaccamento, disidentificazione

Le parole non attaccamento e disidentificazione sono state le mie ancore di salvezza in questo viaggio.

Prima di ammalarmi, andavo a fare delle classi di meditazione in cui l’insegnante ci faceva sempre praticare quella che chiamava “disidentificazione”; si tratta di una meditazione sul disidentificarsi dai nostri pensieri, dalle nostre emozioni, dal nostro corpo, dai dolori e dai fastidi.

Non sei il tuo corpo“, “non sei la tua mente“, “non sei i tuoi pensieri“, ci diceva l’insegnante guidandoci. 

Naturalmente per me non era la prima volta che sentivo dire frasi di questo tipo e che mi lasciavo guidare da queste parole, però, per la prima volta sono riuscita davvero ad entrare pienamente in quella pratica. Il non identificarmi mi ha aiutato tantissimo anche mentre stavo male e sono certa mi aiuterà sempre.

 Tutte queste riflessioni le ho fatte dopo il mio viaggio, quando sono tornata a casa. È stato un processo interiore che è iniziato con il viaggio e che ha portato tutte queste consapevolezze dopo (e chissà quante ne porterà ancora!).

Vorrei far riflettere anche voi in questo momento…

Chiedetevi semplicemente com’è la vostra pratica dello yoga, se la onorate abbastanza o se la date per scontata, se riuscite ad onorarla anche fuori dal materassino.

Sono certa che saranno delle domande preziose, magari l’inizio di una nuova consapevolezza. Vi abbraccio!

Denise