La mia prima volta a BALI

meditazione guidata

Eccomi qui,

Bali.

quanto l’ho sognato questo viaggio. 

Non potete immaginarlo. 

Sono anni che mi dico: voglio andare a Bali, ma in realtà poi.. 

ho sempre rimandato e fatto altri viaggi. 

Non so perché.

 

Mi dicevo “ci vado per fare un Teacher Training di yoga” 

oppure 

“ci vado quando in Italia è inverno” 

o ancora “ci vado quando ho tanti giorni a disposizione”, 

e infatti,

non mi è mai capitato di avere tanti giorni a disposizione, come in quest’occasione. 

Per via del lavoro o altri impegni. 

 

Quindi, questa volta,

già prima di Natale,

ho iniziato a parlarne con Dario,

abbiamo preso i biglietti (sempre a dicembre) e programmato questi 23 giorni in Indonesia.

 

E per tutto l’inverno ho aspettato questo momento, 

il momento di prendere l’aereo e poi sentire il pilota dire “Welcome in Denpasar” . 

Eccomi qui Bali!

Sono tutta tua

 

Ma, devo dire a malincuore, 

che i primi giorni ne sono rimasta quasi delusa. 

Anzi direi parecchio delusa. 

 

La mia visione di Bali è sempre stata quella di un paradiso terrestre, un giardino dell’Eden dove vige la pace e l’armonia.  

Invece il primo impatto è stato tutt’altro. L’esatto opposto. 

 

Abbiamo preso l’hotel (bungalow) a Legian, nella zona di Kuta, 

Il “Three Brothers”: molto bello, verde, pieno di piante, fiori di ogni tipo, con la piscina sotto le palme e soprattutto silenzioso. 

Sì perché appena uscivi da lì, c’era il delirio:

macchine, motorini, traffico, negozi e venditori di ogni tipo, e tutti vengono da te e ti chiedono di comparare, ti seguono anche per qualche metro,

sono molto insistenti ma devo dire non antipatici, anzi..

sorridono sempre e quando vedono che non riescono a convincerti a comprare un bracciale, una collana

o un passaggio in taxi alla fine dicono “ok, maybe tomorrow”. (nel loro strano accento). 

 

La mia prima volta a BALI 11

 

Ma ribadisco..

troppi rumori, casino, spiagge affollate, alberghi, ristoranti, insomma, troppo! Tutto troppo! Da mal di testa. 

Mi sono sentita davvero frustrata e stressata, 

ci spostavamo quasi sempre in taxi, 

perché lì con il motorino non era proprio fattibile. Troppi pazzi pericolosi alla guida.

Ma per raggiungere qualsiasi posto c’era sempre un’ora/due di traffico. “Peggio de Roma”. 

Stessa cosa per andare a cercare gli spot per surfare.

 

Ecco, altra un’ nota dolente per me,

siamo arrivati a Bali,

e insieme a noi è arrivata anche una grossa swell,

e non ci sono spot o posti un po’ “riparati”, no. Quando è grosso è grosso. 

Quindi, non ho praticamente mai surfato. 

Diciamo che non ne sono rimasta così sorpresa, ero stata avvertita che a maggio le mareggiate cominciano ad essere impegnative,

ma insomma, io ci speravo. 

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Così nella mia delusione, 

ma allo stesso tempo curiosità di scoprire un posto nuovo, 

al sesto giorno, mi sono goduta il viaggio in taxi, che ci ha portato a Ubud.

E lì sapevo che mi sarebbe tornato l’entusiasmo. 

E così è stato,

.. infatti.. mi è scoppiato il cuore. 

Niente mare è vero, 

ma finalmente,

mi sono sentita davvero a Bali.

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Abbiamo subito noleggiato un motorino.

Le strade sono molto più tranquille lì (a parte nel centro di Ubud, dove c’è sempre un po’ di traffico, ma fattibile insomma), 

e tutto è più verde, il verde è proprio ovunque. 

c’è un’ atmosfera più mistica, più intensa. 

 

Non ho perso tempo e sono subito andata a fare una lezione di yoga. 

In un grande ebellissimo centro, uno dei primi a Bali, di nome “The Yoga Burn”. 

Un risveglio di Vinyasa di 90 minuti con un’insegnante locale.

Molto bello, sempre d’ispirazione. 

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Poi abbiamo visitato la Monkey Forest, 

le risaie di Jatiluwih.

Il tempio di sul lago di Ulun Danu Bratan…

quindi abbiamo fatti i turisti..

E poi ci siamo goduti la pace e la quite del posto, leggendo molto e gustando pasti squisiti.  

Tra l’altro il nostro hotel, sempre di bungalow, 

era “super green” di filosofia, 

quindi zero plastica, anche le cannucce con cui bere i succhi di frutta erano fatte di foglie d’erba. 

Fantastico. 

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Mi è dispiaciuto andare via. 

Siamo rimasti solamente tre giorni.

Ma, anche questa volta, ero entusiasta e pronta a rifare lo zaino,  

a cambiare, e continuare a viaggiare e scoprire nuovi posti.

 

Pronti via, sulla barca per Lombok

(– stay tuned–)