Come forse già sai, sono stata un’atleta professionista di sci nordico per molti anni. Il classico talento sprecato perché ho smesso molto giovane, nonostante i risultati anche a livello internazionale.
Sono abbastanza sicura che se avessi avuto un mental coach avrebbe fatto tutta la differenza del mondo. A quei tempi però non esistevano, per lo meno non in Italia e soprattutto in quell’ambiente. Sono arrivati poco dopo.
Negli anni successivi sono infatti entrata in contatto con alcuni life coach e sport coach, con cui ho lavorato e fatto dei bellissimi percorsi di crescita personale.
La vicinanza a queste figure professionali ha acceso in me una piccola fiamma e il sogno di poterlo diventare. Quando mi veniva chiesto “cosa vuoi fare da grande?” la risposta era sempre “la sport coach”.
Ma poi ho incontrato lo Yoga. Ed è stato subito amore.
Mi sono innamorata profondamente di questa disciplina e dopo un paio di anni di pratica costante mi sono formata per diventare insegnante, e ormai, lo faccio da più di dieci anni.
Quella fiamma che si era accesa anni prima però non si era spenta, anzi.
Quest’anno sono riuscita finalmente a trovare il corso di coaching più in linea alle mie esigenze e desideri.
Il viaggio attraverso il life coaching è stato illuminante, una profonda e piacevole immersione, non solo durante le giornate di formazione, ma anche grazie a diverse letture e approfondimenti, per non parlare degli incontri di prova tra coach e coachee e viceversa.
Si è rivelato un vero e proprio catalizzatore di crescita personale che mi ha dato nuovi strumenti e nuove prospettive.
Yoga e coaching
Nel mondo frenetico e sempre più complesso in cui viviamo, la ricerca di un equilibrio interiore e di uno sviluppo personale è diventata essenziale.
Come insegnante di yoga e, tra poco (spero) anche come coach, sento di avere il grande privilegio di poter essere una guida per le persone, in un percorso di crescita e di scoperta di sé.
In questo articolo, desidero esplorare come la connessione tra il coaching e lo yoga si sia rivelata per me un viaggio affascinante e di come possa esserlo, eventualmente, anche per gli altri.
Il coaching evolutivo, con la sua enfasi sull’auto-riflessione, la consapevolezza e la trasformazione personale, trova una naturale sinergia con lo yoga, un antico sistema che abbraccia l’unità di corpo, mente e spirito.
Entrambe le discipline sono fondate sulla convinzione che il cambiamento autentico inizi dall’interno e che la chiave per una vita appagante risieda nella consapevolezza di sé.
Vorrei quindi esplorare i fondamenti filosofici comuni, il ruolo di entrambe le pratiche, e come lo yoga possa arricchire e potenziare il coaching evolutivo e viceversa.
Sono fermamente convinta che la pratica di queste discipline possa diventare un percorso di crescita e trasformazione ancora più completo.
Due filosofie in una
Alla base del coaching evolutivo e dello yoga troviamo un ricco tessuto filosofico che incoraggia la consapevolezza, la crescita personale e la ricerca di un equilibrio interno.
Mentre il coaching attinge a teorie psicologiche e filosofiche contemporanee, lo yoga attinge alle antiche saggezze dell’India.
Tuttavia, entrambe le discipline convergono verso l’obiettivo comune di aiutare gli individui a scoprire il proprio potenziale e a vivere una vita significativa.
Nel coaching, il concetto di consapevolezza svolge un ruolo centrale. Diventare consapevoli dei nostri pensieri, delle nostre emozioni e dei nostri comportamenti è il primo passo per apportare cambiamenti positivi nella nostra vita.
Parallelamente, lo yoga insegna l’importanza della consapevolezza attraverso la pratica di Dharana (concentrazione) e Dhyana (meditazione), invitando a una profonda riflessione interna.
Entrambe le discipline promuovono la consapevolezza di sé come strumento chiave per il cambiamento. Nello yoga grazie a pratiche mindfulness, nel coaching grazie a un percorso e ad un metodo specifico.
Entrambe le discipline incoraggiano a esplorare chi siamo veramente, ad accettare i nostri punti di forza e le nostre sfide, aprendo la strada a una crescita autentica.
In sintesi, l’analogia tra i fondamenti filosofici del coaching evolutivo e dello yoga si manifesta nella promozione della consapevolezza di sé, incoraggiando le persone a intraprendere un viaggio interiore verso la comprensione e la trasformazione personale.
Le domande nel Coaching e nello Yoga
L’arte del fare o farsi domande è lo strumento più potente sia nel coaching evolutivo che nello yoga: è la chiave per stimolare la riflessione profonda e aprire la porta della consapevolezza.
Nel coaching, il processo di fare domande mirate è fondamentale per guidare il coachee alla scoperta di soluzioni e risorse interne. Le domande potenti sfidano le credenze limitanti, scuotono le prospettive consolidate e ispirano una visione più ampia delle possibilità.
Il coach, attraverso l’arte del porre “le giuste domande”, accompagna il coachee nel processo di auto-esplorazione, fornendo un ambiente sicuro per l’approfondimento e il cambiamento.
Nello yoga, il porsi domande è incorporato nel concetto di “Vichara”, un’indagine contemplativa della natura della mente e del sé. Durante la pratica di meditazione, grazie ad un ascolto profondo e all’auto-osservazione siamo ispirati a chiederci:
“Chi sono io?” e ancora “Qual è la natura della mia mente?”.
Queste domande aprono le porte a un viaggio di auto-esplorazione simile a quello del coaching. E sono proprio queste domande ad avermi avvicinato alla mia essenza, sempre di più.
L’integrazione di questi approcci nel coaching evolutivo e nello yoga può creare un ambiente di apprendimento sinergico.
Da praticante e insegnante ho sempre aggiunto alla pratica dello yoga anche l’esercizio di journaling, per poter mettere per iscritto riflessioni e prese di consapevolezza. La ritengo un’integrazione alla pratica di asana e di meditazione.
Spesso alla fine delle pratiche che guido offro ai miei studenti delle domande su cui contemplare e a cui rispondere su di un foglio, questo per consentirgli di connettersi più profondamente a loro stessi e per portare a prese di consapevolezza profonde.
L’arte delle domande potenti quando integrata sia nel coaching che nello yoga, diventa uno strumento utile per facilitare la consapevolezza, stimolare la riflessione e promuovere la crescita personale.
Per concludere sono felice che questo percorso di formazione abbia avuto un impatto così importante su di me: ha creato infatti un terreno fertile in cui il coaching e lo yoga si amplificano reciprocamente.
Quest’approccio ai due mondi ha il potenziale di portare ad una profonda indagine e rendere il percorso di crescita e consapevolezza più completo.
E io non vedo l’ora di poterlo mettere in atto!