Sono certa che in tutte le case esiste un angolo remoto in cui sono sepolti sotto polvere e imbarazzo, quadernini, taccuini e diari segreti dimenticati e nascosti.
Chi di noi, infatti, non ricorda di aver chiuso a chiave la porta della propria camera per scrivere pensieri su un diario?
“Caro diario…” e subito si apriva una porta ad un mondo di eventi, passioni, amicizie infrante e amicizie vere, le strade imboccate e quelle tralasciate… Ma anche frammenti delle nostre tasche come biglietti del tram, del cinema e foto, tutti messaggeri di ricordi importanti.
Scrivere di tutto era il modo per esplorare quelle emozioni che ci sembravano private e, così, il diario diventava il luogo dei segreti più profondi e dei pensieri più personali.
Io amavo i diari e li amo tutt’ora; ero sempre entusiasta all’idea di riempire tutte quelle pagine bianche. E anche se adesso il contenuto di ciò che scrivo è cambiato, una cosa è proprio come anni fa: ho sempre bisogno di scrivere e reputo questo un grandissimo strumento terapeutico.
Anche se crescendo si tende purtroppo a scartare il diario come strumento per registrare pensieri quotidiani, anche guardare indietro alle nostre annotazioni può esserci utile.
Rileggere infatti i nostri vecchi diari può essere estremamente stimolante, catartico e anche divertente! È utile a risvegliare ricordi e dettagli, a rammentarci quanto lontano siamo andati lungo il nostro viaggio.
A questo proposito, proprio qualche giorno fa, durante un mio viaggio a Roma, sono tornata nella casa in cui vivevo e proprio là ho trovato alcuni dei miei vecchi diari. Ho passato la notte a leggerli e, mentre li leggevo, provavo delle belle emozioni, riuscivo a sorridere pensando alla Denise di tanti anni prima, alle mie paranoie e ai problemi che mi sembravano enormi e che, riportati ad oggi, sono così piccoli!
Mi sono commossa per tutti i ricordi belli trovati legati a persone molto importanti della mia vita. Ma poi, dopo tutto l’entusiasmo provato per questo tuffo nel passato, ho avuto un totale cambiamento di umore, come di “delusione” verso me stessa. È come se mi fossi resa conto che alcune parti di me sono ancora uguali, alcuni pensieri, alcune reazioni a certe situazioni sono rimaste le stesse.
E così, la parte negativa di me che si giudica e critica ha prevalso. Ho pensato che non mi ero evoluta più di tanto in tutti questi anni, che non ero cambiata affatto, non ero così più sicura di me.
Questo vortice mi ha portata, però, a scegliere ancora tutti gli strumenti che reputo utili al mio miglioramento e alla mia crescita personale, quindi, mi sono messa a scrivere, a praticare e ho anche contattato la mia psicologa.
Considero la psicoanalisi uno strumento davvero importante per fare dei grandi salti di qualità nella propria vita. Insieme al negativo che era emerso in quel vortice di emozioni, infatti, sono venute fuori delle cose molto importanti…
Prima di tutto, mi sono resa conto che stavo esagerando con la rigidità verso me stessa perché, in effetti, qualche cambiamento in me è avvenuto e anche molto importante. Adesso ho uno sguardo più attento alle mie azioni, alle mie reazioni, ai miei pensieri, cerco di scegliere davvero con consapevolezza.
Conosco meglio anche i miei limiti, le mie paure, le mie ansie e questo mi aiuta a direzionare la mia evoluzione, che è un percorso, è una strada in salita; non è affatto semplice infatti riuscire a conoscersi, a capire quale strada imboccare per essere migliori.
È stato anche utile mettere alla prova l’accettazione di me stessa, con amore e gentilezza. Accettare che per alcuni risultati mi serve più tempo, che devo anche accogliere i miei lati oscuri e non pensare solo a buttarli via.
E poi, ho riflettuto anche sull’importanza di assecondare il bisogno di farmi sempre delle domande. Farsi delle domande fa bene, fa bene cercare delle risposte, fa bene cercarle scrivendo, entrando in contatto con le emozioni e con le sensazioni per trovare risposte e non colpe.
Se vuoi cambiare qualcosa della tua vita questo potrebbe essere proprio il punto di partenza; potresti cominciare scrivendo delle risposte ad alcune domande come, ad esempio:
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“Perché non ho ancora migliorato un certo aspetto della mia vita?”
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“Da quanto tempo vado avanti con gli stessi modi ricorrenti?'”
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“Qual è la paura più grande che sta dietro tutto questo?”
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“Quale supporto potrei chiedere?”
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“In che modo la mia vita cambierà quando cambierò questi modi di essere ricorrenti?”
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“Come cambierò in meglio quando lascerò andare tutto quello che non mi fa bene?”.
Lascia che sia la penna a scrivere.
Questo è solo uno spunto, ma tu chiediti tutto ciò che ti serve per fare una riflessione profonda su di te.
Non cercare al di fuori la soluzione, non incolpare gli altri; ricorda che la maggior parte delle cose è solo nelle nostre mani. Non siamo vittime, ma responsabili delle nostre decisioni, delle nostre azioni e reazioni, dei nostri traguardi e di quelli che non riusciamo a raggiungere.
E se non hai ancora cominciato un diario, inizia. Scrivere un diario è uno dei modi più efficaci per esplorare dentro di noi; crea complicità con se stessi, ci aiuta a liberarci da pensieri ed emozioni negative.
E se invece hai già l’abitudine di scrivere ma ancora non hai mai riletto i tuoi vecchi diari, fallo ogni tanto. Rileggerli fa stare bene, fa sentire di essere in uno stato di consapevolezza maggiore. Non si tratta semplicemente di tirare fuori dall’armadio vecchi scheletri: immergersi nei ricordi e nei vecchi pensieri permette di notare i cambiamenti fatti nella tua vita, nella persona che sei.
Un abbraccio!