29 aprile 2017
Secondo viaggio con surfcamp.it.
Sono partita di nuovo come istruttrice di yoga e come guida di un gruppo,
molto numeroso.
Destinazione: Marocco.
Più precisamente Agadir, o meglio lì vicino, in un minuscolo paesino sul mare.
Eravamo in 16, tutti provenienti da diverse città o paesini italiani a parte una tedesca.
E tutti alloggiavamo in una surfhouse, la Dynamic Loisir, di una famiglia marocchina.
Bellissima, tipica del posto, molto grande e particolare.
La cosa più bella e speciale del viaggio è che hanno partecipato al retreat delle mie carissime amiche, due di Roma, e due del trentino. E io, non vedevo l’ora di stare con loro.
Ma a parte questo,
devo dire che già da primo giorno il gruppo è stato affiatato.
Durante la prima cena mi sono fermata un attimo ad osservare ciò che succedeva a tavola,
ed ho come avuto l’impressione che fosse l’ultima,
sì insomma, di solito l’ultima sera tutti si conoscono, c’è affiatamento, tutti hanno confidenza, e sembra quasi tutto ormai un’abitudine, lo stare insieme,
ecco,
questo è successo tra di noi, già alla prima sera.
Quindi giorno dopo giorno, siamo stati sempre meglio,
ci siamo divertiti,
sì, abbiamo riso per tutta la settimana senza interruzione.
Abbiamo surfato, guidati da due istruttori del posto, per alcuni era la prima volta su una tavola, per altri invece no,
stessa cosa per lo yoga,
ma come spesso succede,
la maggior parte di loro era alla loro prima lezione. Primo approccio allo yoga.
Ed è una delle cose che più mi piace del mio lavoro, far conoscere, fare da tramite
e presentare agli sconosciuti questa bellissima disciplina. E sperare che la facciano loro, a modo loro.
Ogni giorno alle 7 e mezza del mattino, prima di colazione abbiamo praticato una mezz’oretta, di saluti al sole,
e mi sono stupita di quanti abbiano partecipato con entusiasmo e senza troppa fatica,
nonostante l’orario e nonostante fossero comunque in vacanza.
Poi abbiamo praticato alla sera,
e una volta anche durante il tramonto in spiaggia.
Le condizioni del mare e delle onde invece sono quasi sempre state buone.
Stessa cosa il bel tempo.
Caldo, soleggiato, bello, e tramonti mozzafiato.
Insomma siamo diventati una grande famiglia con solo due abitudini al giorno, surfare e fare yoga,
ovviamente poi mangiare
grazie ad una cuoca d’eccezione, Fatima, anche lei marocchina, che ci ha viziato fino all’ultimo pasto, proponendo sempre nuove prelibatezze, anche per i vegetariani come me.
Come escursioni e giornate “differenti” invece,
siamo stati un giorno a Paradise Valley, un posto super selvaggio, da vedere, un must,
una valle sperduta in mezzo alle montagne,
piena di palme, piante, fiori, fiumi, rocce, animali,
ma soprattutto con delle fantastiche piscine naturali dove fare il bagno o dove tuffarsi dalla rocce (basse o alte).
Ogni cento metri volevo fare una foto o un video, e quando arrivi nel cuore della valle, allora lì capisci ancora di più perché la chiamano paradise.
E’ un’esperienza di bellezza che consiglierei a tutti quelli che vanno in Marocco.
Altra esperienza da fare, visitare Marrakech, e noi l’abbiamo fatto l’ultimo giorno.
Il viaggio da Agadir a Marrakech è durato un po’ più di tre ore, in pullman,
ma merita, si passa nel deserto e il panorama è stupendo.
Arrivati in città siamo subito andati nel nostro riad (hotel tipico marocchino),
proprio super tipico e super bello.
Abbiamo fatto un tuffo in piscina,
bevuto un te (che in Marocco, tra l’altro, è buonissimo e un rituale quotidiano),
e poi siamo usciti all’avventura, e proprio di un’avventura si tratta.
Tutti ti saltano addosso, ti chiedono la carità,
ti vogliono fare un tatuaggio all’hennè oppure mettere un serpente intorno al collo.
Nelle vie del mercato ci sono migliaia di bancarelle, di odori, colori, rumori.. di tutto, tanto che, dopo una settimana di solo surf e yoga, quindi al primo impatto siamo rimasti un attimini sconvolti e sotto shok,.
Ma tutto questo ha comunque il suo fascino magico ed unico e merita di essere visto e vissuto.
E’ stato un’esperienza davvero unica.
E ne sono felice.
Sono felice di aver guidato nello yoga un gruppo così bello in un posto così altrettanto bello.
Di aver visto tanti sorrisi e avvertito bellissime vibrazioni.
Tutti eravamo tristi di partire ma soprattutto di salutarci.
Di tornare ognuno alla propria routine. Alla vita caotica.
Anche se penso, che, dopotutto, forse la vita non è poi così tanto caotica quanto sembra.
È il mondo ad esserlo, e a costringerci a continui inattesi cambiamenti,
ed ogni volta che faccio esperienze di questo tipo mi sento pronta e felice di affrontare le violente, infinite ONDATE di trasformazione.
Namasté
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