Lo so che non possiamo rinunciare al lavoro, ma a volte possiamo scegliere di lasciar andare l’idea che sia indispensabile fare sempre qualcosa per ottenere una ricompensa che giustifichi il nostro sforzo costante.
Lasciar andare questa convinzione potrebbe davvero farci bene!
Vediamo insieme perché.
L’idea che l’inazione sia fonte di felicità risale all’antica Grecia, in cui esisteva una grande esaltazione del tempo libero. Era un’epoca in cui si pensava che conoscenza e verità fossero innamorate del vuoto e della leggerezza.
In tanti attribuirono all’ozio qualità divine, osservando per esempio, che dopo aver fatto il suo lavoro Dio ha deciso di riposare per l’eternità.
Qualcosa di simile la ritroviamo anche nell’induismo in cui l’universo è inteso come una serie di immagini dentro il sogno di un dio creatore che galleggia nell’immensa quiete della sua mente senza mai muoversi.
Invece, nell’odierna società il valore del tempo libero si è perso, e così viviamo nel sovraccarico di informazioni, intrattenimenti e distrazioni. L’introspezione e la riflessione sono attività quasi del tutto perdute.
Eppure, è stato dimostrato che rallentare e concedersi periodi regolari di “non fare nulla” può essere la cosa migliore che possiamo fare per indurre stati mentali che alimentano la nostra immaginazione e migliorano la nostra salute mentale in generale.
È questa la condizione in cui il cervello funziona meglio. Non è un caso che le grandi epifanie arrivano nei momenti di svago o di silenzio, nei momenti in cui smettiamo di provare a fare o risolvere un problema.
Se non ci concediamo periodi di “non fare nulla”, la crescita personale, l’intuizione e la creatività hanno meno probabilità di emergere.
In generale non fare nulla non è mai considerato qualcosa di accettabile. Lo associamo all’irresponsabilità, ad uno spreco della vita. In molti si sentono in colpa se non hanno qualcosa da fare.
Ma quando siamo troppo impegnati, il pericolo è di perdere le nostre connessioni, non solo con gli altri e ciò che ci circonda, ma con noi stessi.
Cosa significa non fare?
Oziare, non fare nulla, non consiste nel ritagliarsi del tempo per leggere o guardare la nostra serie preferita e nemmeno scrollare tra i social, perché in questi modi stiamo nuovamente colmando il tempo con un’attività.
Non fare niente significa lasciare la mente vuota, restare in silenzio, far riposare i sensi. Solo questo ci aiuta ad entrare in contatto con il nostro io interiore, ottenendo anche grandi benefici psicofisici.
Prova a chiederti quand’è stata l’ultima volta che sei rimasto qualche minuto senza fare nulla, senza telefono o altri dispositivi, senza libro, senza musica, senza fare niente di niente e in silenzio.
Il potere del silenzio
In un mondo che celebra la frenesia e la produttività, per qualcuno il silenzio può sembrare un lusso e per qualcun altro una perdita di tempo. Eppure è proprio nel silenzio che si nasconde uno dei più grandi maestri della vita.
Il silenzio così spesso evitato, è in realtà uno strumento potente per riconnetterci con la nostra essenza e riscoprire il nostro equilibrio interiore.
Il silenzio ci offre la possibilità di ascoltare davvero non solo ciò che accade intorno a noi, ma soprattutto ciò che accade dentro di noi. È nello spazio del silenzio che emergono intuizioni profonde, pensieri nascosti e desideri autentici. Questo spazio, lontano da giudizi e aspettative, accoglie tutto ciò che siamo con infinita apertura.
Le tradizioni spirituali di tutto il mondo riconoscono il valore del silenzio. Considerato un portale verso una comprensione più profonda della vita e di sé stessi, il silenzio è anche un dono prezioso che ci riporta alla nostra vera natura.
In un mondo sempre più rumoroso, scegliere il silenzio è una rivoluzione che parte da dentro.
Ma il silenzio non è solo assenza di suono, è uno stato di presenza.
Non è vuoto, ma spazio. È la pausa che ci permette di assorbire, riflettere e creare connessioni più profonde con noi stessi e con il mondo.
Il silenzio non è solo un rifugio dal rumore, ma un maestro che ci insegna a essere presenti e ad ascoltare. In esso, troviamo il coraggio di affrontare ciò che spesso evitiamo: i nostri pensieri, le nostre paure, le nostre verità. Ci insegna che non dobbiamo sempre riempire il vuoto, ma possiamo abitarlo.
È attraverso il silenzio che impariamo a sentire davvero. Sentire il nostro respiro, il battito del cuore, il fruscio degli alberi o il semplice passare del tempo. Questo tipo di ascolto è una forma di guarigione. Il silenzio ci invita a rallentare e a riconoscere che, sotto il frastuono della vita quotidiana, esiste una quiete profonda e rigenerante.
Allora, la prossima volta che ti sentirai sopraffatto dal fare, prova a scegliere il silenzio. Concediti il lusso di non riempire ogni momento. Riscopri il potere del non fare nulla e la bellezza questo può rivelarti. Qui troverai la ricchezza di essere semplicemente presente, nel qui e ora.