Sono appena tornata da un nuovo teacher training di Yoga. Ho deciso di fare un corso all’anno, sebbene sia già un’insegnante certificata da ormai tre anni.
Sento che non potrei mai continuare a insegnare se smettessi di studiare, conoscere, esplorare.
E proprio per questo, sento che sto facendo di questa pratica sempre più uno stile personale.
Di tipi di Yoga ce ne sono tanti. È vero.
Credo sia giusto che ognuno scelga quello che più sente suo, oppure che in qualche modo ne crei uno proprio, personale.
Anche se poi… ciò che conta sono i benefici.
E nello yoga sono praticamente universali.
Lo yoga ti fa stare bene. Punto. Semplice, scontato, ma è la verità.
Lo yoga è arte.
Mi sento proprio come se mi trovassi davanti ad una tela bianca, cerco di essere centrata nel momento presente, su quella che sono nella mia più pura essenza e presenza. Poi comincio a muovermi, come farebbe il pittore nel riempire la tela.
Lo scopo è far sì che la pratica vada da sola, che diventi l’espressione delle sensazioni che provo in quel momento dentro di me, attraverso i movimenti, il respiro, a volte anche attraverso i mantra che ripeto mentre pratico.
Tutte le parti diverse del corpo diventano uniche, un unico corpo, un corpo che danza.
È un processo sempre più profondo di consapevolezza. E mi trovo completamente immersa nella nostra pratica, in questo stato di energia e focus. O meglio ancora “di flow”.
Non c’è una regola per entrare nel flow.
A volte può essere rimanere nella posa un po’ di più, altre volte muoversi più velocemente o più lentamente. Il flow è lasciare libera la mente, e rilassarsi nello stato del momento presente.
È la più pura e unica sensazione di unione, grazie e libertà.
Ed è quello il momento in cui riesco a sentirmi connessa al mio sé più profondo. Avverto solamente perfezione, fuori e dentro di me.
Mi sento completamente soddisfatta di quella che sono, mentre il mio corpo si muove con grazia e leggerezza.
Per leggere l’articolo completo e guardare il video